Soundarya Lahari, Versi 82 - 100

VISIONAIRE.ORG

Testi del Vedanta, dello Yoga e della tradizione Hindu.

Dal 2001 Visionaire.org è scritto, illustrato, pubblicato da Beatrice Polidori (Udai Nath)

 

82
Karrendranam sundan kanaka kadhali kaadapatali
Umabhamurubhyam –mubhayamapi nirjithya bhavathi
Savrithabhyam pathyu pranathikatinabham giri suthe
Vidhigne janubhysm vibhudha karikumbha dwayamasi


Oh figlia saggia della montagna, le tue gambe hanno vinto

contro le zanne dell'elefante per eleganza,

e le tue ginocchia contro le sua fronte per rotondità,

poichè la devozione al tuo Signore le aveva tornite.


83
Paraa jenu rudhram dwigunasara garbhoy girisuthe
Nishanghou Unghe thee vishamavishikho bhada –maakrutha
Yadagre drishyanthe dasa satra phalaa paadayugali
Nakhagrachadhyan sura makuta sanayika nishitha

 

Oh figlia della montagna, quando Cupido volle vincere Rudra, il tuo Signore,

prese a modello le tue gambe e creò frecce affusolate,

armate con punte come unghie dei tuoi piedi,

intagliate nei brillanti delle corone degli dei.


84
Sruthinam murdhano dadhati thava yau sekharathaya
Mama’py etau Matah sirasi dayaya dhehi charanau;
Yayoh paadhyam paathah Pasupathi-jata-juta-thatini
Yayor larksha-lakshmir aruna-Hari-chudamani-ruchih

 

Oh madre mia, compiaciti di posare i tuoi piedi divini,

che già ornano l'apice dei Veda,  lambiti dall'acqua del Gange

che sgorga dalla testa di Pashupati, laccati del rosso che corona Vishnu,

pietosamente sul mio capo.


85
Namo vakam broomo nayana ramaneeyaya padayo
Thavasmai dwandhaya sphuta ruchi rasalaktha kavathe
Asooyathyantham yadhamihananaaya spruhyathe
Passonamisana pramadhavana kamkhelitharave

 

Mi inchino ai tuoi piedi scintillanti,

i più belli mai visti, dipinti del rosso più prezioso.

Il  Signore Pashupati, tuo consorte, sia geloso degli alberi del tuo giardino,

poiché anelano di ricevere un calcio dai tuoi piedi.


86
Mrisha krithva gothra skhalana matha vailakshya namitham
Lalate bhartharam charana kamala thadayathi thee
Chiradantha salyam dhahanakritha –munmilee thavatha
Thula koti kkana kilikilith –meesana ripuna

 

Quando giocosamente o per aver sbagliato il tuo nome,

il tuo consorte deve chinarsi a te, e ricevere un calcio

il dio dell'amore, nemico del Signore da cui fu bruciato,

fa risuonare vittorioso il tintinnio delle cavigliere che adornano le tue gambe.


87

Himani-hanthavyam hima-giri-nivas’aika-chaturau
Nisayam nidranam nisi charama-bhaghe cha visadau;
Varam laksmi-pathram sriyam ati srijanthau samayinam
Sarojam thvad-padau janani jayatas chitram iha kim.

 

Madre mia, il fiore di loto appassisce nella neve, ma non i tuoi piedi,

il fiore di loto si chiude nel sonno di notte, ma  non i tuoi piedi,

il fiore di loto è abitato dalla dea Lakshmi, ma i tuoi piedi sono la dea stessa per i tuoi devoti.


88

Padham the kirhtinam prapadham apadham Devi vipadham
Katham nitham sadbhih kutina-kamati-karpara-thulam;
Katham vaa bahubhyam upayamana-kaale purabhida
Yad adhaya nyastham drshadi daya-manena manasa.

 

Oh, dea Devi, come possono i poeti

chiamare i tuoi piedi gusci di tartaruga,

essi che sono fama e protezione dei devoti,

i piedi che Shiva sollevò dolcemente durante le nozze.


89
Nakhair naka-sthrinam kara-kamala-samkocha sasibhi
Tarunam dhivyanam hasata iva te chandi charanau;
Phalani svah-sthebhyah kisalaya-karagrena dhadhatam
Daridhrebhyo bhadraam sriyam anisam ahnaya dhadhatau.

I tuoi piedi offrono ogni ricchezza ai tuoi devoti, e ogni beneficio;

più degli alberi celesti, destinati agli eletti,

più delle imprevedibili damigelle del cielo,

le tue unghie donano prosperità come dieci lune.


90
Dhadhane dinebhyah sriyam anisam asaanusadhrusim
Amandham saundharya-prakara-makarandham vikirathi;
Tav’asmin mandhara-sthabhaka-subhage yatu charane
Nimajjan majjivah karana-charanah sat-charanathaam.


La mia mente con i sei sensi è come un'ape con sei zampe,

che si getta ai tuoi santi piedi, belli come fiori dell'albero celeste

che concede ricchezza ai poveri, quanto desiderano, e che senza sosta distilla miele

fluido come onda di bellezza, propizio come il fiore di Mandara.


91
Pada-nyasa-kreeda-parichayam iv’arabdhu-manasah
Skhalanthas the khelam bhavana-kala-hamsa na jahati;
Atas tesham siksham subhaga-mani-manjira-ranitha-
Chchalad achakshanam charana-kamalam charu-charite.

 

Tu che conduci vita santa, i cigni nella tua casa ti seguono

per imparare il tuo passo, che è danza celeste.

E i tuoi piedi come fiori di loto,  seguono la  musica

che sale dalle cavigliere, per insegnargli ciò che chiedono.


92
Gataas the mancathvam Druhina-Hari-Rudr’eshavara-bhrutah
Sivah svacchac-chaya-ghatita-kapata-pracchada-pata;
Tvadhiyanam bhasaam prati-phalana-rag’arunathaya
Sariri srungaro rasa iva dhrisam dhogdhi kuthukam.

 

Brahma, Vishnu, Rudra e Iswara, gli dei che governano il mondo,

si disposero alle quattro gambe del tuo letto, per poterti servire.

Il candido Sadashiva distese un lenzuolo che tingesti di rosso,

e nei tuoi occhi scintillava il desiderio d'amore.


93
Araala kesheshu prakruthi-saralaa manda-hasithe
Sireeshabha chite drushad upala-sobha kucha-thate;
Bhrusam thanvi madhye pruthur urasijh’aroha-vishaye
Jagat trathum sambhor jayahti karuna kaachid aruna.

 

L'amata di Shiva manifesta la grazia nelle onde dei capelli, nella dolcezza del sorriso,

è gentile come un fiore, solida e brillante come pietra preziosa sul petto,

è seducente sulle labbra e nella pienezza dei seni e dei fianchi.

In tutto eccelle a beneficio del mondo.


94
Kalankah kasthuri rajani-kara-bimbham jalamayam
Kalabhih karpurair marakatha-karandam nibiditam;
Athas thvad-bhogena prahti-dinam idam riktha-kuharam
Vidhir bhuyo bhuyo nibidayathi nunam thava krithe.

 

La luna è il tuo scrigno di profumi,

le macchie che in essa vediamo sono il muschio, il sandalo e l'incenso,

la falce crescente è la brocca adamantina

con cui ogni giorno il creatore riversa quello che hai consumato.


95
Pur’arather antah-puram asi thathas thvach-charanayoh
Saparya-maryadha tharala-karananam asulabha;
Thatha hy’ethe neetah sathamukha-mukhah siddhim athulam
Thava dvar’opantha-sthithibhir anim’adyabhir amarah.

 

Tu sei l'amata di Shiva, il Dio che distrusse le tre città,

i deboli, coloro la cui mente è instabile, non osano adorare i tuoi piedi,

e gli Dei vegliano alla tua porta con i loro poteri soprannaturali.


96
Kalathram vaidhathram kathi kathi bhajante na kavayah
Sriyo devyah ko va na bhavati pathih kairapi dhanaih;
Mahadevam hithva thava sathi sathinam acharame
Kuchabhyam aasangah kuravaka-tharor apyasulabhah.

 

Alcuni poeti raggiungono la Dea della conoscenza,

Altri uomini, dediti alle ricchezze, conoscono la Dea dell'abbondanza.

Oh, più casta delle donne, tranne Shiva il Signore

il tuo seno non ha mai toccato alcuno, nemmeno un albero di Kuravaka.


97

Giram aahur devim Druhina-gruhinim agaamavidho
Hareh pathnim padhmam Hara-sahacharim adhri-thanayam;
Thuriya kapi thvam dhuradhigama-niseema-mahima
Maha-maya visvam bhramayasi parabhrahma mahishi.

 

Oh Parashakti, unita al Parabrahma, alcuni dotti ti chiamano Saraswati, moglie di Brahma,

o Lakshmi, moglie di Vishnu, o Parvati, moglie di Shiva,

tu sei invero la quarta, chiamata Maha Maya colei che ha dato la vita al mondo

e che è compimento di tutto ciò che deve essere realizzato.


98
Kadha kaale mathah kathaya kalith’alakthaka-rasam
Pibheyam vidyarthi thava charana-nirnejana-jalam;
Prakrithya mukhanam api cha kavitha-karanathaya
Kadha dhathe vani-mukha-kamala-thambula-rasatham.

 

Oh madre mia, quando sarò pronto,

io che anelo alla conoscenza, a bere l'acqua che ho offerto ai tuoi piedi,

tinta della benedizione della conoscenza incarnata,

che ha potere di fare di un muto un fine poeta?


99
Saraswathya lakshmya vidhi hari sapathno viharathe
Rathe pathivrithyam sidhilayathi ramyena vapusha
Chiram jivannehva kshapathi pasu pasa vyathikara
Paranandabhikhyam rasayathi rasam twadjanavaan.

 

Coloro che ti adorano, oh madre, sono tanto sapienti e ricchi

da suscitare la gelosia degli dei, sono così belli da attrarre Rathi,

Colui che è slegato dai lacci di questa vita

gode della felicità dell'estasi e vive per sempre.



100
Pradhipa-jvalabhir dhivasa-kara-neerajana-vidhih
Sudha-suthes chandropala-jala-lavair arghya-rachana;
Svakiyair ambhobhih salila-nidhi-sauhitya karanam
Tvadiyabhir vagbhis thava janani vacham stutir iyam.

 

O Dea che sei l'origine dei mondi, questo inno a Te dedicato è composto con tue parole,

ma è come mostrare al sole una lampada di canfora,

come offrire alla luna la pietra lunare,

è come offrire acqua in adorazione dell'oceano.

 

Fine

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