Estrai 3 Carte

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Testi del Vedanta, dello Yoga e della tradizione Hindu.

Dal 2001 Visionaire.org è scritto, illustrato, pubblicato da Beatrice Polidori (Udai Nath)

Il Matto

Il Folle è l'inizio di ogni cosa, il vivente nella sua primitiva purezza, l'entusiasmo e l'incertezza, la libertà perfetta e spaventosa, al di là di qualsiasi legame, prima di ogni relazione.

Il Folle, l'indeterminato e incondizionato, il Puro Folle o il Puro Cercatore, è il simbolo iniziale dei Tarocchi, a indicare la condizione fondamentale del ricercatore: essere errante, solo, debole, estraneo e uguale ai suoi simili; senza nome né identità, senza volto né guida. Origine e fine di ogni sentiero umano è la carta con cui il cerchio dei tarocchi si ricongiunge su se stesso.

E' l'umile peccatore che si rivolge alla Madre divina:
Non conosco come si acquistano i meriti
non conosco la strada del pellegrino
non conosco la via della salvezza
non so immergere la mia mente in Dio
non conosco l’arte della devozione
non conosco la pratica dell’ascesi, O Madre -
Sei Tu il mio rifugio e il mio solo rifugio, Signora. (Bhavani Ashtakam - Adi Shankaracharya)

E' il saggio incantato dalla gloria divina:
Non ho meriti né demeriti, nessun piacere e nessun dolore,
Non conosco i canti sacri, non le scritture, né il fuoco sacrificale,
Non sono cibo e non consumo cibo,
Io sono Shiva, Io sono Shiva, Essere, Coscienza e Beatitudine (Nirvana Ashtakam - Adi Shankaracharya)

Nell'oracolo rappresenta purezza, innocenza, disorientamento. E' l'inaspettato, lo stupore, lo sguardo incontaminato. Può rappresentere l'inizio inatteso di un nuovo corso, o la condizione di chi cerca un'indicazione, anche casuale, per intraprendere una via. Può corrispondere a sentimenti di abbandono o di esclusione, di scasa fiducia nelle proprie capacità e disorientamento. Si tratta allora di ascoltare la nuova condizione che emerge da questo stato, e assecondare la possibilità che si verifichi l'impensato, mantenendo lo sguardo puro e il cuore innocente, libero da ogni aspettativa o desiderio convenzionale.


 

 

Il simbolo della Temperanza e' associato all'Arte alchemica, alla trasformazione della sostanza naturale e volgare in sostanza immortale e salvezza. Si entra nella vera Opera trasformativa quando l'esperienza vivente ha raggiunto un livello di trasformazione già radicale. Come dicono spesso coloro che ben conoscono il Cammino: la Meta è solo l'Inizio. L'agitazione mentale è scomparsa, l'esteriorità dell'ego abbandonata, l'attenzione può rivolgersi completamente alla realizzazione.

L'arte che si deve apprendere è costituita da acquisizioni fondamentali: la purificazione, la pazienza, la giusta misura, la cura costante o attenzione, l'equanimità, la stabilità, la competenza nella guarigione. In questo processo, attraverso la purificazione e l'eliminazione delle scorie volgari, gli elementi del mondo interiore si trasformano, passando dalla contrapposizione al mescolamento vitale, incontrandosi per preparare la germinazione della vita.

Per queste ragioni, apparentememte astruse, la carta muta il significato da putrefazione in gestazione. E' l'azione impersonale che unisce e prepara, che mescola e tempera le contraddizioni, e che separa e purifica ciò che impedirebbe l'unione. Il suo procedere è lento e sicuro; la cura che richiede massima. Dalla macerazione e dal congiungimento degli elementi vitali si prepara la creazione spontanea, l'energia vivificatrice purissima, abbondante e incorrotta.

Nell'oracolo è tempo di preparazione, di promesse e di attesa gioiosa. E' la nuova vita che trasportiamo senza saperlo, racchiusa all'interno, come un desiderio legittimo e fecondo, per il quale dobbiamo riservare la massima cura: non disperderlo, non gettarlo, non rifiutarlo, non cercare di accellerarne i tempi, ma procedere gentilmente e con equilibrio fino al tempo della sua rivelazione.


 

 

La morte e' iscritta come certezza ineludibile tra gli eventi naturali e biologici del destino, ma la Morte rappresentata sul cammino spirituale è un passaggio molto più profondo e del tutto differente da quello destinato al corpo.

La potenza Materna illuminatrice evocata per sconfiggere le tenebre si palesa nell'interezza della sua natura divina. E' la distruttrice dei legami e delle forme che costringono il nostro cuore a legarsi al mondo, ma che il Tempo [Kala] e la Potenza divina [Mahakali/Shakti] intervengono a sciogliere. Ciò che per la percezione umana è "morte" per la coscienza divina è l'energia vivificatrice che conduce l'individuo, in quanto tale, a compiere la trasformazione e trasfigurazione decisiva in pienezza di Sé.

Tale evento attraversa più volte, e con significati diversi, la nostra esperienza vivente, facendoci attraversare molte "morti" e altrettante rinascite, facendoci provare il freddo del distacco dagli affetti, il fuoco della distruzione, la desolazione, la speranza in cose future che potrebbero restituire un significato al trauma delle separazioni subite.

La percezione in vita di tale passaggio, percezione a cui si riferisce il simbolo, è di un emiciclo discendente che si chiude, che smette di riprodursi e creare, per affrontare una traformazione radicale e decisiva. Il "morire a se stessi" o l'acconsentire alla dissoluzione naturale del dato transitorio e narrativo che chiamiamo "io", con profondo senso di rispetto e distacco per ciò che è stato e attesa per il mistero che sta per schiudersi. Oltre questo passaggio si apre l'Ascesa, il viaggio verso i Cieli, dove non si manifestano più le figure care alla nostra percezione individuale delle relazioni, ma la scena delle potenze ctonie e celesti, fino alla ricongiunzione con il Principio Unitario di tutto.

Nell'oracolo è la necessitàche ogni cosa, qualsiasi processo, giunga ad una fine naturale, alla definizione di sè attraverso un passaggio distruttivo da cui sopravviverà soltanto l'essenziale, ciò che è davvero Vivente, quindi germinale di nuova vita.

 

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