Estrai 3 Carte

VISIONAIRE.ORG

Testi del Vedanta, dello Yoga e della tradizione Hindu.

Dal 2001 Visionaire.org è scritto, illustrato, pubblicato da Beatrice Polidori (Udai Nath)

 

"La vacca è vostra madre. Voi bevete il suo latte e perciò essa diventa vostra madre", dice Krishna nel Bhagavatham.

La visione della Fortuna rimanda tradizionalemnte ai legami di causa ed effetto che diventano legami di filiazione e di apparentamento con il mondo naturale e soprannaturale da cui traiamo nutrimento e benessere e a cui siamo legati da un rapporto di dipendenza e reciprocità, non necessariamente simmetrico. Il legame simbolico ed ecologico con la natura-madre, rappresentata dalla sacralità della vacca, è la chiave per conquistare la fortuna e il benessere che desideriamo.

L'abbondanza è la visione che caratterizza lo sguardo del mistico che medita la generosità di Dio, la Sua benevolenza. La protezione incondizionata, una sorta di assicurazione permanente e onnicomprensiva, è destinata a colui che ricerca con devozione e umiltà di conoscere il Vero e il Divino in questa vita, garantisce Krishna ad Arjuna. L'azione dell'uomo deve perciò seguire la fortuna, il ciclo degli eventi e delle stagioni della vita, osservando il suo compito nella rete dei legami tra i viventi e tra i viventi e il Divino; non nuocere, non ferire, non uccidere. Destinare i frutti delle proprie azioni al Supremo, senza mai pensare al proprio guadagno, presente o futuro. La fortuna ama coloro che sono fiduciosi e agiscono con rispetto e rettitudine verso le creature e con dedizione verso il divino. A tutti costoro è concesso ottenere ogni cosa necessitano e raggiungere gli obiettivi che hanno perseguito.

Il decimo arcano è normalmente associato all'alternarsi delle vicende terrene. Richiama numericamente il Sole e i pianeti dell'orbita, quindi il posto dell'Io nell'ordine interiore. Esprime perciò un valore positivo e armonico, perchè predice la realizzazione dei desideri e la soluzione dei problemi grazie a un destino favorevole e sincronico.

 

 

La morte e' iscritta come certezza ineludibile tra gli eventi naturali e biologici del destino, ma la Morte rappresentata sul cammino spirituale è un passaggio molto più profondo e del tutto differente da quello destinato al corpo.

La potenza Materna illuminatrice evocata per sconfiggere le tenebre si palesa nell'interezza della sua natura divina. E' la distruttrice dei legami e delle forme che costringono il nostro cuore a legarsi al mondo, ma che il Tempo [Kala] e la Potenza divina [Mahakali/Shakti] intervengono a sciogliere. Ciò che per la percezione umana è "morte" per la coscienza divina è l'energia vivificatrice che conduce l'individuo, in quanto tale, a compiere la trasformazione e trasfigurazione decisiva in pienezza di Sé.

Tale evento attraversa più volte, e con significati diversi, la nostra esperienza vivente, facendoci attraversare molte "morti" e altrettante rinascite, facendoci provare il freddo del distacco dagli affetti, il fuoco della distruzione, la desolazione, la speranza in cose future che potrebbero restituire un significato al trauma delle separazioni subite.

La percezione in vita di tale passaggio, percezione a cui si riferisce il simbolo, è di un emiciclo discendente che si chiude, che smette di riprodursi e creare, per affrontare una traformazione radicale e decisiva. Il "morire a se stessi" o l'acconsentire alla dissoluzione naturale del dato transitorio e narrativo che chiamiamo "io", con profondo senso di rispetto e distacco per ciò che è stato e attesa per il mistero che sta per schiudersi. Oltre questo passaggio si apre l'Ascesa, il viaggio verso i Cieli, dove non si manifestano più le figure care alla nostra percezione individuale delle relazioni, ma la scena delle potenze ctonie e celesti, fino alla ricongiunzione con il Principio Unitario di tutto.

Nell'oracolo è la necessitàche ogni cosa, qualsiasi processo, giunga ad una fine naturale, alla definizione di sè attraverso un passaggio distruttivo da cui sopravviverà soltanto l'essenziale, ciò che è davvero Vivente, quindi germinale di nuova vita.

 

 

La Stella segna il disvelamento del piano divino di cui siamo stati da sempre destinatari e depositari, spesso inconsapevolmente. La rivelazione della Stella è il riconoscimento di una ispirazione celeste e luminosa che ha guidato i nostri passi, secondo una legge armonica segreta, che finalmente ci diventa evidente. E' ispirazione che ha parlato nel cuore, il disegno d'amore, la speranza che abbiamo coltivato e che si è realizzata, ormai lontana da ogni bisogno egoistico, per pura attrazione.

L'uscita dalla visione inferiore è segnata dal ritorno alla contemplazione delle Stelle. Gli astri sono perciò la visione dello spirito oltre la dimensione umana, il divenire che non è stabilito dall'accadere di eventi, ma dalla lenta espansione del cosmo in sé stesso. Gli astri possono indicare la Via, non per scoprire eventi legati alla contingenza terrena, ma per raggiungere il centro e la meta del loro viaggio cosmico. Così i Magi raggiunsero il Bambino.

Alla stella e agli astri è associata la Musica, il suono primordiale che proviene dal coro delle Sfere. La Musica che ascoltarono i veggenti Vedici, su cui intonarono e trascrissero gli Inni alle prime potenze del cosmo, gli Dei delle origini, i luminari creatori.

Da questa musica proviene infatti l'autentica creazione spirituale, che non è invenzione, ma rivelazione, intuizione e canto dell'Unità armonica dei mondi.

Nell'oracolo è la premonizione del disvelamento dell'amore e del sentimento più puro, di armonia e sensibilità, o ispirazione e creazione.


 

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