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L'Angelo è l'emissario o la manifestazione di Dio, l'energia che collega gli uomini ad una dimensione senza tempo e assoluta, al superamento dei propri limiti e degli ostacoli, alla realizzazione di sé secondo un progetto di liberazione. L'Angelo è sempre portatore di una notizia, del rivelarsi di energie superiori e passaggi decisivi, è tramite di salvezza e aiuto, ma anche creatura purissima e inflessibile, impossibile da paragonare, sfidare o corrompere. L'Angelo rappresenta la Grazia del Guru che disvela l'ultima identità e acconsente all'elevazione finale del discepolo. E detta anche la carta del Giudizio, perchè il suo significato è stato rappresentato con la raffigurazione della Resurrezione Finale. I "corpi" sono in attesa della resurrezione, dell'angelo o dello spirito che li ricongiunga alla vita Eterna; rappresentano l'attesa perfetta, l'abbandono fiducioso al rivelarsi della Grazia. In questo Arcano si svela lo Spirito che libera e salva coloro che giacevano nella condizione di nescienza. "Il saggio, cui l'ignoranza è stata dissipata dalla grazia del Maestro, non è affatto illuso" (Adi Shakara). La grazia del Guru discende su coloro che sono perfettamente umili e devoti. Fede è la completa aderenza e fiducia nella parola del Guru, al di là di qualsiasi prova o dubbio. Non è materia di argomentazione, di pensiero o di disamina; soltanto obbedienza, unità, fino alla perfetta identità. La carta dell'Angelo indica la rivelazione, la liberazione e la nuova vita. Nell'oracolo rappresenza la vittoria e la rinascita nei confronti di qualsiasi passata difficoltà. Invita alla purezza e alla visione con sguardo liberato, privo di egoismo e libero dalle contrapposizioni, uno sguardo unificato e portatore di pace, di spirito nuovo. E' il momento di realizzare il destino a cui ci sentiamo chiamati, i doni che abbiamo ricevuto.
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Chi è alla porta? - chiede Parvati Digambara - risponde Shiva Fin dalla antichità numerose tradizioni religiose e filosofiche raccomandano all'uomo di intenti elevati il distacco dal mondo e dai desideri che esso suscita, perchè la ricerca della verità necessita di tutte le energie individuali e di una mente pacificata, distante dai desideri e dai conflitti mondani. Nella solitudine, prescelta dopo aver conosciuto diverse condizioni di vita, la mente è libera di osservare se stessa e trovare l'obiettivo verso cui tendere costantemente. Nella solitudine dei deserti o delle montagne Dio ha parlato ai suoi Profeti. Gli asceti Veggenti della tradizione Hindu, nella perfezione del loro silenzio, videro e udirono l'origine, la nascita e la formazione del cosmo, perfino degli stessi Dei, e tramandarono la testimonianza nei Veda. Nella cultura Hindu, la figura dell'ascet è tradizionalmente circondata di rispetto e ritenuta la posizione più elevata accessibile a un mortale. Simbolicamente l'Eremita è l'Osservatore distaccato dal mondo che ricerca la Verità Assoluta e che ne impersona la forma spogliandosi di ogni attributo mondano. Shiva veste i panni dell'asceta a significare la sua statura di Signore degli Dei e signore degli asceti, essendo la figura che rapprenta iconograficamente l'Assoluto, il senza-forma. Dal punto di vista umano e ordinario, la rinuncia alla vita mondana è innanzitutto determinazione profonda, presa di coscienza. Solo da tale determinazione si può compiere una scelta naturale ed equilibrata. Nell'oracolo l'Eremita può indicare un momento della nostra evoluzione in cui ci è richiesto di spogliarci del superfluo, dei condizionamenti e dei desideri egoici, ma anche dell'orgoglio e delle abitudini della mente. Rinuncia, solitudine, silenzio e frugalità |
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La Luna è la regina del cielo e degli astri, l'intelligenza che dirige il movimento dei cieli, delle stagioni e delle acque perenni dell'oceano cosmico. Nella cultura Vedica, la Luna era l'astro superiore al Sole, che guida l'uomo quando anche il sole è assente, oltre la coscienza razionale del visibile. Luminare secondo solo all'Atman, alla pura coscienza senza oggetto. La falce di Luna adorna la chioma di Shiva, che perciò è chiamato Chandrasekhara, il Signore della Luna, o dell'intelligenza del cosmo. Questa funzione seconda solo all'Assoluto corrisponde alla polarità femminile del divino, non quale mera potenza, ma coscienza e divenire, inseparabili. E' la duplice natura, è la coesistenza dell'uno e del molteplice; è l'illusione della manifestazione, nell'intercalare della sua presenza ciclica, dell'espandersi e riassorbirsi del respiro e dei mondi. E' presenza di contemplazione, oltre il potere del manifesto e del latente. E' del divino il Volto, la Luce perenne, che inonda con il flusso la vita o la riassorbe scomparendo. Gioco di pura illusione e di riflesso, di una realtà che invece non muta. Tutta la natura riposa di notte nella piena fiducia del risveglio, il mondo vivente si abbandona alla notte e al suo ciclo, in cui la coscienza si allontana dagli oggetti per assottigliarsi nel ritmo del respiro. Nell'oracolo la Luna è espressione di un mondo che sfugge al nostro controllo diretto e perciò può suscitare paura, fascino o stupore per la scoperta di segreti inimmaginati. E' un passaggio oltre la sfera usuale dell'esperienza, non privo di inganni e pericoli, ma anche indispensabile, come il sonno, a restituirci alla salute. Insegna a osservare la vasta parte della vita che è oltre la coscienza ordinaria e la volontà, a riconoscere i propri limiti, perchè con veridicità si arrivi a conoscere se stessi.
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