Estrai 3 Carte

VISIONAIRE.ORG

Testi del Vedanta, dello Yoga e della tradizione Hindu.

Dal 2001 Visionaire.org è scritto, illustrato, pubblicato da Beatrice Polidori (Udai Nath)

 

Solo nella carta dei tarocchi si è tramandata in Occidente la figura della donna con il leone, che fu per l'età arcaica la Signora degli animali delle civiltà mediterranee ed è tuttore una delle divintà più amate dell'induismo.

E' l'immagine di un costante rapporto di equilibrio dinamico tra la vita cosciente e le sue componenti inferiori e materiali. Queste come belve possono assalire la coscienza e divorarla, così come quando la psiche è distrutta dal dolore o dal vizio o dall'impossibilità di dominare pensieri e azioni, fino a cadere nell'autodistruzione. La manifestazione che percepiamo di questa potenza è nella lotta interiore e definisce la capacità di dominare la mente e i sensi, con il discernimento e con la costanza dello sforzo. Ogni via ed esercizio dello Yoga necessita di questa potenza per risultare efficace e durevole.

La divinità che gli Hindù chiamano Durga è la Potenza femminile e guerriera che cavalca la tigre dei sensi e della psiche e difende i suoi figli dalle potene demoniache che ne attentano la vita e il cammino. Essa é quella forza vitale che tiene in vita le creature, governa e protegge la salute, i bambini, la fertilità, i raccolti, la vita in sé. A lei sono dedicati i rituali di luce che segnano l'inizio della stagione scura dell'anno, dove la protezione dall'oscurità della mente è richiesta naturalmente e al ritorno certo della luce, la luce che è data agli uomini in forma di fuoco e in forma di coscienza, si affidano le preghiere.

La Forza si esprime come esercizio e stabilità di sé, come coerenza e consapevolezza fisica e morale. E' un richiamo alla cura e all'attenzione per il nostro equilibrio fisico, invita a conquistare purezza, rettitudine, onestà e determinazione. Rafforza qualsiasi situazione in atto, relazionale o personale, dona l'energia per affrontare le sfide complesse della vita.

 

Simbolo del Nemico per definizione, l'Antagonista, la forza che spinge a disobbedire, tradire, distruggere.

Nella sequenza dei Tarocchi proviene dal momento germinativo della vita e punta alla rivoluzione finale del percorso dello spirito. E' uno stato latente nella natura del divenire, che rappresenta la forza enzimatica che nella macerazione può scatenare la combustione o l'esplosione. Nella psiche è la potenza pura del desiderio, dell'attrazione e della repulsione, della frizione tra gli elementi - come il maschile e il femminile - che raggiunge lo stato di scintilla. E' il potenziale oscuro che emerge come energia autodistruttiva e violentissima, completamente ingovernabile, destinata a disseminare panico ed errore.

E' lo stato oscurato della coscienza, spinto a reagire dal potenziale interno inespresso. La sua manifestazione dà luogo a uno stato fortemente alterato, preda di ossessioni o di allucinazioni, di un germinare continuo di stati mentali spontanei e puramente casuali o caotici. La presenza stessa è costante fonte di conflitto. La paura come l'ammirazione per questo potenziale sono le catene con cui contamina e aggioga la mente.

La sua funzione evolutiva è di scuotere e allertare, risvegliare cioè la coscienza addormentata, per la chiamata a combattere la più importante battaglia spirituale, quella contro il seme della schiavitù. La sua funzione non rappresenta un veicolo creativo, ma distruttivo, da dirigere con fermezza e discriminazione spirituale. Con questo passaggio si realizza se l'aspirante ha raggiunto un completo distacco dalle pulsioni profonde e innate, dalla sete di vittoria e di prestigio, dal desiderio sensuale e dalla repulsione, e infine dallo stesso istinto di sopravvivenza e continuità.

Nell'oracolo avverte della possibilità di commettere errori anche gravi, di trovarsi al centro di conflitti, o in preda all'ira. L'unico strumento a nostra disposizione è la capacità di discernere l'errore, confessarlo e pagarne le conseguenze, in modo da riacquistare al più presto la lucidità e la distanza.


 

 

La morte e' iscritta come certezza ineludibile tra gli eventi naturali e biologici del destino, ma la Morte rappresentata sul cammino spirituale è un passaggio molto più profondo e del tutto differente da quello destinato al corpo.

La potenza Materna illuminatrice evocata per sconfiggere le tenebre si palesa nell'interezza della sua natura divina. E' la distruttrice dei legami e delle forme che costringono il nostro cuore a legarsi al mondo, ma che il Tempo [Kala] e la Potenza divina [Mahakali/Shakti] intervengono a sciogliere. Ciò che per la percezione umana è "morte" per la coscienza divina è l'energia vivificatrice che conduce l'individuo, in quanto tale, a compiere la trasformazione e trasfigurazione decisiva in pienezza di Sé.

Tale evento attraversa più volte, e con significati diversi, la nostra esperienza vivente, facendoci attraversare molte "morti" e altrettante rinascite, facendoci provare il freddo del distacco dagli affetti, il fuoco della distruzione, la desolazione, la speranza in cose future che potrebbero restituire un significato al trauma delle separazioni subite.

La percezione in vita di tale passaggio, percezione a cui si riferisce il simbolo, è di un emiciclo discendente che si chiude, che smette di riprodursi e creare, per affrontare una traformazione radicale e decisiva. Il "morire a se stessi" o l'acconsentire alla dissoluzione naturale del dato transitorio e narrativo che chiamiamo "io", con profondo senso di rispetto e distacco per ciò che è stato e attesa per il mistero che sta per schiudersi. Oltre questo passaggio si apre l'Ascesa, il viaggio verso i Cieli, dove non si manifestano più le figure care alla nostra percezione individuale delle relazioni, ma la scena delle potenze ctonie e celesti, fino alla ricongiunzione con il Principio Unitario di tutto.

Nell'oracolo è la necessitàche ogni cosa, qualsiasi processo, giunga ad una fine naturale, alla definizione di sè attraverso un passaggio distruttivo da cui sopravviverà soltanto l'essenziale, ciò che è davvero Vivente, quindi germinale di nuova vita.

 

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