XVI. Natura divina e Natura demoniaca

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Testi del Vedanta, dello Yoga e della tradizione Hindu.

Dal 2001 Visionaire.org è scritto, illustrato, pubblicato da Beatrice Polidori (Udai Nath)

1-3. Il Signore Beato disse: L'assenza di paura, la purezza, la conoscenza spirituale, la carità, il controllo di sé, il compimento dei sacrifici, lo studio dei Veda, l'austerità e la semplicità; la non-violenza, la veridicità, l'assenza di collera; la rinuncia, la serenità, l'avversione per la critica, la compassione, l'assenza di cupidigia; la dolcezza, la modestia e la ferma determinazione; il vigore, il perdono, la forza morale, la chiarezza, l'assenza d'invidia, d'orgoglio e di sete di onori; queste sono, o discendente di Bharata, le qualità di chi è nato per la divina perfezione.
4. Arroganza, orgoglio, collera, superbia, rudezza e ignoranza sono le caratteristiche degli uomini di natura demoniaca, o figlio di Pritha.
5. Le qualità divine portano alla liberazione, mentre le qualità demoniache portano alla schiavitù. Ma non temere, o figlio di Pritha, tu sei nato con qualità divine.
6. O figlio di Pritha, in questo mondo esistono due categorie di esseri creati, gli uni divini e gli altri demoniaci. Ti ho già parlato a lungo delle qualità divine, ora ascolta gli attributi demoniaci.
7. Gli uomini demoniaci non sanno ciò che si deve fare e ciò che non si deve fare. In loro non c'è purezza, né giusta condotta, né veridicità.
8. Dicono che questo mondo è irreale e senza fondamento, che è il risultato del desiderio e non ha altra causa che la lussuria.
9. Partendo da tali conclusioni, questi infelici, smarriti e privi d'intelligenza, si dedicano a opere dannose e infami, che mirano a distruggere il mondo.
10. Gli uomini demoniaci si rifugiano nell'arroganza, nell'orgoglio e nel desiderio insaziabile, diventando così preda dell'illusione. Affascinati dall'effimero, dedicano la loro vita ad attività malsane.
11. Credono che godere dei sensi fino all'ultimo istante di vita sia la necessità principale dell'uomo. Così la loro ansietà non trova fine.
12. Incatenati da centinaia e migliaia di desideri materiali, dal piacere e dalla collera, accumulano denaro con mezzi illeciti per soddisfare i sensi.
13-15. Tale uomo pensa: Oggi possiedo tutte queste ricchezze e secondo i miei piani ne guadagnerò sempre di più. Ora tutto questo è mio, e domani avrò di più. Quell'uomo era tra i miei nemici e io l'ho ucciso; quando sarà il momento ucciderò anche gli altri. Sono il padrone di tutto, sono colui che gode di tutto. Sono perfetto, potente e felice, sono il più ricco e sono ho relazioni altolocate. Non esiste nessuno potente e felice come me. Compirò sacrifici, farò la carità e me ne compiacerò. Ecco come queste persone sono sviate dall'ignoranza.
16. Così, confuso da varie ansietà e preso in una rete d'illusioni, diventa troppo attaccato al piacere dei sensi e precipita sempre più in basso.
17. Compiaciuto di sé, sempre arrogante, sviato dalla ricchezza e dal falso prestigio, compie sacrifici che sono tali solo di nome, senza seguire nessun principio e nessuna regola.
18. Tronfio di ego, di prepotenza, di orgoglio, acceso dalla lussuria e dalla collera, avversa Me e si inasprisce nello spirito di contrapposizione.
19. Questi uomini colmi di odio e di prepotenza, i più degradati tra gli uomini, io li getto nell'oceano dell'esistenza materiale nelle svariate forme di vita più infelici.
20. Rinascendo vita dopo vita queste persone non riescono mai ad avvicinarmi. A poco a poco affondano nelle condizioni di esistenza più abominevoli.
21. Ci sono tre porte che conducono a questo abisso: la passione, la collera e l'avidità. Ogni uomo sano di mente deve allontanarsene perché conducono alla degradazione.
22. O figlio di Kunti, l'uomo che ha saputo evitare queste tre porte dell'inferno si dedica ad attività favorevoli alla realizzazione spirituale e cosi gradualmente raggiunge la liberazione suprema.
23. Colui, invece, che rifiuta i precetti delle Scritture per agire secondo il proprio capriccio, non raggiunge né la perfezione, né la felicità, né la liberazione suprema.
24. Sappi dunque determinare, alla luce dei principi delle Scritture, qual è il tuo dovere e cosa evitare. Conoscendo queste regole, agisci in modo da elevarti gradualmente.

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